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Museo Giancarlo Vitali

Il progetto Museo Giancarlo Vitali nasce dall’idea di riqualificare e restituire alla fruibilità del paese spazi di forte connotazione storica e di centralità urbanistica, con la finalità di rendere omaggio a un artista che ha fatto del suo luogo di nascita il tema portante della propria poetica figurativa, esportandola a un alto grado di interesse nazionale e internazionale. L’occasione è data dalla donazione di un cospicuo numero di opere da parte della famiglia Vitali al Comune di Bellano e all’Associazione ArchiViVitali ETS con l’obiettivo di costituirne una sede permanente per lo studio e la conservazione delle stesse, istituendo un intervento conservativo e rinnovando “quello che resta” di Palazzo Lorla, comunemente conosciuto come “Il Circolo dei Lavoratori” e degli spazi ad esso connessi, un luogo che è considerato l’anima del paese e che conserva i segni di una stratificazione millenaria oltre ad essere, insieme al Palazzo comunale e alla casa del Vescovo, tra gli edifici più antichi del borgo. Il nuovo progetto restituisce visibilità a elementi architettonici che a sorpresa si ripresentano come segnali di un percorso che mette in connessione differenti porzioni abitative e vecchi spazi ad uso commerciale, riportando in superficie stili e testimonianze storiche che a sorpresa ridisegnano una traccia di percorso, di riscoperta e di nuova narrazione. 

Giancarlo Vitali
Nato a Bellano nel 1929, Giancarlo Vitali trascorre tutta la sua vita nel luogo nativo. Fin da piccolo dimostra una forte propensione al disegno e ai colori e già a 18 anni, totalmente autodidatta, espone una sua prima opera all’Angelicum di Milano. Due anni dopo, nel ‘49, partecipa alla Biennale con due opere di carattere sacro e riceve entusiastici apprezzamenti da Carlo Carrà. La sua decorosa ma non abbiente famiglia di pescatori non può permettersi di inviarlo a studiare a Brera e a vivere a Milano, nonostante il giovane artista abbia vinto una borsa di studio per iniziare gli studi. Da qui in poi Vitali lavora accanitamente, ma resta ai margini del mondo artistico che conta. Poi, d’improvviso, il cambiamento di rotta. Nonostante una scelta di vita riservata, nel 1983, Vitali viene scovato da uno fra i più grandi critici e scrittori italiani, Giovanni Testori, che, con toni entusiasti gli dedica un elzeviro sul “Corriere della Sera”, curando la sua rapida ascesa (Vitali aveva ormai oltre 50 anni) e la sua prima grande personale a Milano. Da quel momento l’opera di Vitali sarà rapidamente apprezzata. Mostre e importanti committenze in ogni parte d’Italia e all’Estero, fino alla grande mostra antologica, Time Out, su invito del Comune di Milano, svoltasi in quattro sedi di grande prestigio. Mostra che ha preso in esame ogni aspetto della sua arte: la pittura, l’incisione e il disegno. Un grande evento per uno fra i più talentuosi artisti contemporanei. Vitali muore il 25 luglio 2018.

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